venerdì 30 maggio 2008

VERONA - Goldin svela il «giallo» del Louvre

VERONA - Goldin svela il «giallo» del Louvre
Giovedì 29 Maggio 2008 L'ARENA

L’EVENTO CANCELLATO. L’organizzatore torna sul clamoroso annullamento. E si toglie qualche sassolino dalle scarpe, parlando anche di Van Gogh, Rodin e Boston
«A Brescia il museo ha rinunciato perché il Comune non ha dato garanzie sulle altre mostre». E a Verona il caso pare identico


La mostra del Louvre prevista in Gran Guardia dal 19 settembre al 15 febbraio sarebbe saltata perché la dirigenza del museo francese non avrebbe avuto garanzie sufficienti sul fatto che la rassegna dei suoi 140 quadri fosse la prima di un «pacchetto» con altre tre che Marco Goldin, direttore di Linea d’Ombra, aveva organizzato a Verona per i prossimi anni. Proprio come successo a Brescia per il museo di Santa Giulia, dove Goldin aveva messo in piedi (e già pubblicizzato con locandina, riprodotta ieri da L’Arena) dal 27 settembre al primo marzo 2009 la mostra «Da Leonardo a Ingres» con le opere del Louvre, saltata perché il Louvre non era certo che la propria rassegna sarebbe stata unita ad altre tre, promosse da Goldin con analogo pacchetto con Van Gogh, Rodin e Boston.
COME A BRESCIA. La sovrapposizione fra le due vicende nasce leggendo una nota che ha inviato Goldin al nostro giornale, in cui, dicendo di volersi astenere dal commentare la cancellazione della mostra di Verona, spiega le ragioni per cui anche a Brescia (dove in autunno ce ne sarà una su Van Gogh) era saltata la stessa mostra del Louvre. Il tutto riferito al nostro articolo in cui si diceva, fra l’altro, che «è la seconda volta che salta una mostra del Louvre di Linea d’ombra».
Il progetto «Da Leonardo a Ingres», scrive Goldin, «si sarebbe dovuto svolgere nel museo di Santa Giulia a Brescia nel prossimo autunno e venne evidenziato in quattro pagine all’interno del quaderno pubblicitario dedicato alla mostra America!, conclusasi poche settimane fa a Brescia. Progetto, in accordo con il Louvre, che era quasi lo stesso di quello previsto per Verona a partire dal prossimo 19 settembre, e a cui venne poi modificato il titolo, in accordo con il museo parigino, in ragione di un ampliamento del compasso storico e critico del progetto».
Goldin poi racconta l’iter: «In una riunione svoltasi a Brescia la mattina del 24 novembre 2007, ho informato i rappresentanti dei musei coinvolti nel progetto espositivo bresciano sui grandi musei del mondo di quanto segue: che la sola mostra sicura di aprirsi era la prima, quella dedicata al Louvre, e che le successive, dedicate ai musei di Boston, al Rodin di Parigi, al Van Gogh di Amsterdam e congiuntamente al Kröller-Müller di Otterlo», cioè le stesse proposte a Verona dopo il Louvre, «non avevano alcuna certezza di svolgersi, dal momento che la città di Brescia avrebbe eletto nella primavera successiva il nuovo sindaco, il quale avrebbe potuto cancellare il progetto. Questo a parte il Louvre, che sarebbe stato contrattualizzato legittimamente dalla amministrazione uscente».
Poi il passaggio sulla decisione del museo francese: «Avuta questa notizia mi è stata da tutti i presenti manifestata contrarietà, in primis dai conservatori del Louvre che non gradivano dare il via con una loro mostra a un programma che poi avrebbe potuto cessare subito. Ho allora informato i rappresentanti dei musei, in quella stessa riunione, di una proposta che mi era giunta dalla città di Verona, per avviare un importante progetto espositivo quadriennale e ho chiesto il loro gradimento sull’eventuale nuova sede. Determinatosi senza indugio un giudizio positivo da parte loro su Verona, nelle settimane successive sono iniziati i contatti preliminari con i musei coinvolti».
L’INCERTEZZA. Il Comune di Verona, nonostante la spedizione di Goldin a Parigi, Boston e Amsterdam (con assessore alla cultura Perbellini al seguito, ma solo a Parigi) per presentare le opere del pacchetto di quattro mostre, sinora aveva dato come certa solo la mostra del Louvre. Già questa costosa, nove milioni di euro; esporsi quindi per analoghe cifre su altri tre eventi era stato ritenuto al momento improponibile. Seppure per motivi diversi, quindi, pare proprio la stessa circostanza di Brescia.
Goldin quindi dice di avere «ovviamente informato immediatamente l’allora sindaco di Brescia, Paolo Corsini, il presidente della Fondazione Cab, Alberto Folonari, e il presidente della Fondazione Brescia Musei, Agostino Mantovani, della volontà dei cinque musei di non impegnarsi a Brescia in un progetto che avrebbe potuto abortire dopo il primo anno e senza alcuna garanzia di prosecuzione stante l’elezione del nuovo sindaco. Con molto rammarico essi hanno preso atto della cosa e per questo sono stato invitato a formalizzare un nuovo progetto di mostra per l’autunno 2008 a Santa Giulia. Cosa che ho puntualmente fatto, con la serietà e la professionalità che da oltre dieci anni contraddistingue la storia di Linea d’ombra e che tutti i musei del mondo, Louvre in testa, ci riconoscono».
Professionalità, conclude Goldin, «che emerge anche dalla parte finale del comunicato stampa redatto a Parigi, con la direzione del Louvre la mattina del 22 maggio scorso e inviato ai giornali dalla nostra sede di Treviso».E.G.

Nessun commento: