giovedì 17 aprile 2008

Archeologi nell’Adige alla ricerca di reperti

L'Arena, Giovedì 17 Aprile 2008
TESORI NASCOSTI. Un’indagine organizzata dalla Soprintendenza
Archeologi nell’Adige alla ricerca di reperti
I sub esploreranno tutto il tratto cittadino Per l’occasione, il livello del fiume sarà abbassato

Barbara Bertasi
Una discesa in barca da Ponte Catena fino al Ponte della Ferrovia con una prospezione subacquea per vedere se l’Adige lascerà affiorare nuovi reperti archeologici, dopo aver restituito, il 15 febbraio dell’anno scorso, due leoni lapidei risalenti al periodo romanico, databili cioè tra il II e il VI secolo dopo Cristo. L’operazione è stata organizzato per lunedì prossimo dalla Soprintendenza per i beni archeologici del Veneto, in particolare dal Nucleo archeologia umida subacquea Italia centro alto Adriatico (Nausicaa) diretto da Luigi Fozzati, in collaborazione con i colleghi del Nucleo operativo di Verona diretto da Giuliana Cavalieri Manasse. Essenziale anche il contributo del genio civile e del consorzio Camuzzoni di Verona che lunedì favorirà l’operazione abbassando il livello idrico dell’Adige.
«Ci incontreremo verso le 9 a Ponte Catena in quattro», annuncia Francesco Dossola, laureato in Storia, il sommozzatore ufficiale della Soprintendenza. «Con me ci saranno alcuni collaboratori esterni: Gianni Calafà sub operativo sul Lago di Garda, Gianni Rigodanzo il nostro collaboratore sull’Adige socio attivo nell’associazione Adige Nostro di Albaredo e dovremmo avere con noi anche l’archeologo veronese Gabriele Galletta». La discesa durerà circa tre ore e servirà per perlustrare in maniera sistematica il letto del fiume, che dovrebbe essere ben visibile, data la collaborazione del Genio Civile che ha autorizzato il consorzio Camuzzoni a sottrarre acqua all’Adige per la durata del sopralluogo.
«Sarà un periodo limitato, strettamente necessario a questa perlustrazione, che non creerà alcun problema né alla fauna né alla flora del fiume», assicura Dossola. Il sopralluogo potrebbe saltare solo se le condizioni meteo fossero sfavorevoli, cioè se la pioggia che sta cadendo in questi giorni, dovesse ingrossare il fiume tanto da rendere impossibile sia l’ispezione a bordo della barca messa a disposizione dall’associazione «Adige Nostro», sia l’immersione. La turbolenza e la rapidità delle acque non darebbero infatti modo ai sub di lavorare. Il giorno designato resta comunque sempre il lunedì, quando il livello dell’Adige è più basso per esigenze legate al consumo di acqua e la forza della corrente è ridotta.
«Visti i risultati rilevanti dell’anno scorso, quando il fiume ha fatto emergere a monte di Castelvecchio i due bei leoni in pietra locale, e tenendo conto che negli ultimi vent’anni ci ha restituito molte interessanti ceramiche di ogni periodo storico, vogliamo ora vedere se sarà possibile avere nuovi risultati», dice Dossola. «Si tratta in ogni caso di un esperimento dovuto. Considerando che il centro abitato di Verona vanta oltre duemila anni di storia, abbiamo scelto di perlustrare proprio il tratto urbano per essere certi che nelle acque dell’Adige non si nasconda altro materiale di valore».

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