lunedì 14 aprile 2008

VERONA - Traforo, il comitato presenta ricorso al Tar

VERONA - Traforo, il comitato presenta ricorso al Tar
Anna Zegarelli
Domenica 13 Aprile 2008 L'ARENA

VIABILITÀ E PROGETTI. Continua la battaglia del gruppo di cittadini che si oppone alla galleria sotto le Torricelle

Sperotto: «Le decisioni devono essere condivise» Giacino: «L’azione andava avviata a piano definitivo»
Polemica sull’incontro alla Gran Guardia: «Invitati, poi non ci hanno lasciati entrare»

Il comitato di cittadini contro il traforo delle Torricelle ha presentato ricorso al Tar, il Tribunale amministrativo regionale. Secondo gli aderenti al comitato, la Giunta Tosi ha spostato il tracciato di quella che definiscono «un’autostrada» dalla zona extraurbana a urbana. Vito Giacino, assessore all’urbanistica, è invece convinto che «con la modifica fatta è avvenuto il contrario di quanto lamentato dal comitato. Ai cittadini ricorrenti, in buona fede, è sfuggito quest’aspetto migliorativo».
I quindici firmatari del procedimento hanno annunciato il ricorso ieri a San Rocco a Quinzano: da qui infatti passerà in trincea l’opera prevista. Lo hanno fatto tenendo in mano il volantino divulgato nel corso della campagna politica di questi giorni che accusa la sinistra di dire bugie in merito al percorso scelto dall’amministrazione per l’opera. «Il tracciato approvato è lo stesso voluto dalla società Serenissima», insistono. E lanciano un’accusa: «La modifica sostanziale del tracciato nasce dall’accoglimento fuori termine da parte della Giunta Tosi della proposta fatta dall’assessore alla viabilità Enrico Corsi».
Si chiedono quanto sia corretto che un amministratore della città possa presentare una sua osservazione e nel contempo votarla. «La legge prevede che le scelte urbanistiche adottate in quello che è lo strumento che definisce il futuro urbanistico della nostra città siano condivise con i cittadini», insiste il presidente del comitato contro il traforo nelle Torricelle, Alberto Sperotto, «non si capisce quindi come mai di punto in bianco siano state cancellate le nostre osservazioni, per altro accolte dalla precedente amministrazione e quelle delle tante associazioni ambientaliste che ci hanno accompagnato e le 14mila firme dei cittadini. E’ un incubo che torna e che vede i quartieri storici del territorio quali Avesa e Quinzano, stravolti da una infrastruttura autostradale che passa a soli due chilometri da piazza Bra».
Nel ricorso viene sottolineato che i veronesi combattono per «tutelare i propri diritti alla salute, alla salubrità dei luoghi ove risiedono, alla qualità della vita che sarebbero gravemente pregiudicati dalla realizzazione dell’opera che porterà 20 milioni di veicoli, di cui il 25 per cento di traffico pesante, attraverso i loro quartieri a un chilometro dall’ospedale di Borgo Trento, tra asili, scuole, pensionati».
Secondo il comitato i più danneggiati saranno i residenti di San Rocco.Tra loro c’è chi ricorda che nelle passate elezioni amministrative Tosi aveva detto che il traforo sarebbe passato molto più a nord. C’è anche molta rabbia per quanto avvenuto mercoledì scorso alla Gran Guardia: erano stati invitati dall’amministrazione a parlare proprio del traforo. «Quello che doveva essere un confronto fatto di parole e di partecipazione si è trasformato in una forma di intimidazione. Prima ci hanno invitato e poi hanno chiamato i vigili per identificarci e allontanarci», sostengono. «A chi afferma che la nostra voleva essere una manifestazione elettorale», dice Sperotto, «rispondiamo che se la presentazione del Pat fosse avvenuta dopo le elezioni ci saremmo stati comunque». La richiesta di chiarimenti da parte dei cittadini è stata indirizzata al comandante del vigili Luigi Altamura. «Non abbiamo ancora ricevuto risposta e per questo la sollecitiamo», concludono.
Per Giacino il ricorso è sbagliato. Lo spiega partendo da quello precedente: «Prima c’era un tracciato che imponeva un vincolo finalizzato all’esproprio, ora invece le linee indicate definiscono l’azione strategica del collegamento viario. Per queste ragioni non può certo apportare alcun danno a chicchessia. L’attuazione delle opere viabilistiche viene demandata al piano degli interventi», sottolinea, «è qui che si delinea definitivamente quello che si va a realizzare».
La conclusione dell’amministratore è che il ricorso andava fatto al progetto definitivo. Ce n’è mai stato uno riguardo il traforo? «E’ stato annunciato il bando promotore che porterà alla realizzazione di questo progetto che alla fine verrà, sempre attraverso un bando, appaltato», risponde.

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