martedì 22 aprile 2008

«Non toccate gli argini del Chiampo»

Il Gazzettino, 22 aprile 2008
OVEST VICENTINO Le amministrazioni di Montebello, Montorso e Zermeghedo contrarie al progetto della Regione
«Non toccate gli argini del Chiampo»
Raccolte 1600 firme. I tre Comuni hanno mandato al Via le osservazioni sul piano
Ovest Vicentino

(P.F.) Montebello, Montorso e Zermeghedo dicono No al progetto della Regione Veneto "Opere idrauliche sul sistema Chiampo-Alpone a salvaguardia dell'abitato di S.Bonifacio e territori circostanti", anticipati dalle 1.600 firme di contrarietà dei cittadini (un record se si pensa al poco tempo a disposizione per la raccolta). Il territorio si è mobilitato in massa: oltre ai cittadini, anche le associazioni di categoria, artigiani ed industriali hanno spedito le loro osservazioni. Montebello prima, Montorso il 17 aprile e Zermeghedo il 19, hanno deliberato all'unanimità, il parere contrario all'attuazione dell'intervento. Il provvedimento sarà trasmesso entro il 26 aprile alla Commissione Via (Valutazione d'Impatto Ambientale) della Regione Veneto. I tre Comuni hanno affidato ai professionisti Rimsky Valvassori, Roberta Meneghini e Riccardo Ballerini l'analisi progettuale, ambientale e geologica del progetto e dello Studio d'Impatto Ambientale. Quest'analisi ha condotto ad un parere negativo, unitario e concorde, su un'opera caratterizzata da impatti devastanti, mitigazioni irrilevanti e nessun vantaggio per il territorio. Aggravio del traffico pesante da un minimo di 800 fino a 2000 passaggi al giorno in un'area già congestionata; impatto sul contesto geologico e idrogeologico; preoccupazione sulla qualità dei terreni di scavo, considerato che il Chiampo è stato per decenni ricettacolo di inquinanti legati all'attività della concia; problematiche legate alla gestione del cantiere e alle fasi di scavo in alveo durante le eventuali piene che potrebbero portare a esondazioni incontrollate; eliminazione dell'ultima area agricola in un territorio fortemente urbanizzato e sfruttato, e quindi anche di una fonte di reddito per alcuni abitanti; danneggiamento in maniera irreversibile del paesaggio rurale, con il suo bagaglio storico, sociale e affettivo difficilmente quantificabile; eliminazione della funzione fonoassorbente, rispetto ai rumori provenienti dalla zona industriale e dalla viabilità esistente, che gli argini rivestono nei confronti degli abitati della zona: queste alcune delle osservazioni.

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