lunedì 14 aprile 2008

Veneto. Parco dei Colli: cementificazione insensata

PARCO DEI COLLI: cementificazione insensata
Legambiente - Italia Nostra e WWf Este
13 APRILE 2008, IL GAZZETTINO

Nei giorni scorsi il Presidente Galan ha gettato il sasso ...


Nei giorni scorsi il Presidente Galan ha gettato il sasso nel vespaio della cementificazione insensata nel territorio del Parco Colli: perché non approfittarne per andare fino in fondo?

Ma in questa necessaria opera "moralizzatrice" nessuno (soprattutto nessun sindaco!) si chiami fuori o faccia addirittura la predica agli altri, perché in giro di amministratori senza peccato ce ne sono davvero pochi!Ad esempio tra i vari "mostri edilizi" citati dai giornali in questi ultimi giorni sorprendentemente non appaiono quelli già in atto a Este, più volte denunciati anche attraverso la stampa dalle associazioni ambientaliste locali. Eppure non si tratta di piccoli interventi e, come già detto, non sono più solo progetti sulla carta, ma opere che stanno sorgendo in zone molto sensibili dal punto di vista paesaggistico, all'interno del Parco dei Colli, in Sito di Interesse Comunitario, una addirittura nel verde di pertinenza di un edificio vincolato.
Sintetizziamo i due principali esempi.

Nel primo caso si tratta della costruzione di otto case a schiera all'interno del giardino del Serraglio Albrizzi in via Augustea, a ridosso della mura di via Sostegno, lungo il Bigatto (FOTO 1 e 2). Il progetto è stato presentato alla Sovrintendenza come finalizzato al restauro della storica Barchessa di villa Contarini Da Mula Albrizzi , compresa nell' "Elenco degli immobili vincolati ai sensi della L 1089/39 comunicati da Sovrintendenza il 23 settembre 1993 al Comune di Este (prot 6587)". Invece che procedere al restauro del prezioso immobile ridotto in condizioni disastrose, si è proceduto alla costruzione delle nuove case in barba al buon senso, al Piano Regolatore, al Piano Ambientale e ai vincoli esistenti. Il grimaldello è stato considerare il giardino, presente nello storico disegno di Este del Franchini del 1770 conservato al Museo con area agricola, consentendo ai privati il recupero di tettoie, pollai, serre e altri ruderi, alcuni dei quali non censiti o addirittura non più esistenti, accorpando i volumi.

A nulla sono valsi finora gli appelli al Comune, al Parco e alla Sovrintendenza e l'esposto alla Provincia presentati dalle locali sezioni di Legambiente, Italia Nostra e WWF e Comitato Difesa Colli.

Secondo esempio: la lottizzazione tra via Chiesette Branchine e il rio Meggiaro, dietro villa Borotto (ora Benetazzo), e in vicinanza di altre due storiche ville, in zona SIC: anche questo un progetto a lungo contrastato dalle sezioni cittadine di Italia Nostra e Legambiente.Si tratta di 14 unità abitative, 5 delle quali già sono visibili, allineate in un corpo di tre piani perpendicolare a via Meggiaro, un muraglione che fa da sfondo al duplice filare di pini marittimi del viale che porta a villa Prosdocimi (FOTO 3).Che cosa ha determinato il "cedimento" del Parco Colli, del Comune e della Soprintendenza anche su questo progetto, dopo un primo annullamento dell'autorizzazione? Perché decidere di sacrificare il paesaggio a favore delle leggi della speculazione? Forse una confusa o "distratta" interpretazione degli strumenti urbanistici? Oppure il bisogno del Comune di far cassa con gli oneri e l'Ici? Certo è che nelle 21 agenzie immobiliari presenti in città l'offerta di case non manca: quindi l'unica cosa da non fare è mascherare la cementificazione come risposta al bisogno di case dei cittadini estensi, che sono in costante calo. Il tutto mentre a Este si parla di fiori e di giardini incantatiCome reagire a queste aggressioni al territorio? Le associazioni ambientaliste continueranno a battersi perché i valori della bellezza e del paesaggio diventino patrimonio comune. Se ora all'impresa volesse collaborare con i fatti in "neo-compaesano" Presidente ne sarebbero particolarmente felici.

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