martedì 29 aprile 2008

ROSÀ. S. Pietro, miniera di nuove scoperte archeologiche

ROSÀ. S. Pietro, miniera di nuove scoperte archeologiche
Giovedì 12 Luglio 2007 il giornale di Vicenza

Il sito era incrocio d’una centuriazione
È possibile ora ricostruire la vita e gli usi nel VII secolo

Gli scavi effettuati a sud e ad ovest della chiesetta romanica di S. Pietro, che conserva affreschi rinascimentali, hanno permesso di fare altre scoperte e di scrivere un'altra pagina di storia. I risultati della ricerca, finanziata dal panificio Zulian e dal comitato di paese "S. Pietro in Paerno", sono stati esposti nel corso di una riunione voltasi nella chiesetta storica. L'archeologo Paolo Paganotto ha ricordato l'importanza del sito di S. Pietro, all'incrocio di una centuriazione romana di cui restano numerose testimonianze. La frazione si trovava proprio in corrispondenza dell'incrocio fra un cardo e un decumano. Gli scavi effettuati in precedenza hanno fatto registrare la presenza di tre strutture che si sono susseguite nell'arco dei secoli. Prima dell'arrivo di Napoleone, le fondamenta delle chiese e i sagrati venivano usati per la sepoltura dei defunti. Una prima scoperta era stata effettuata durante una campagna di scavi effettuata nel 1994, sotto la direzione di Stefano Tuzzato. Sul lato ovest della chiesa, in corrispondenza dell'ingresso, era emersa una tomba con doppio alveo cefalico che, dai particolari, fa pensare a personaggi di spicco dell'epoca. Una successiva campagna di scavi effettuata sul lato sud, all'interno del cortile della scuola materna nel 2006, ha portato alla luce altre sei sepolture. Lo studio delle ossa, effettuato dalle paleantropologhe Rita Giacomello e Nicoletta Onisto, ha permesso di conoscere alcuni aspetti legati alla vita, all'alimentazione e alle malattie degli abitanti di S. Pietro nel periodo che va dal settimo all'ottavo secolo dopo Cristo. Sono stati individuati gli scheletri di due maschi e di due femmine, oltre a quello di un bambino di due anni, morto molto probabilmente in fase di svezzamento. È stato possibile anche risalire all'età della vita per gli adulti, con un minimo di 30 e un massimo e 75 anni. Sorprendente anche l'altezza, rilevata sempre dallo studio degli scheletri, che toccava un metro e settanta. Longevità e altezza fanno pensare a un'alimentazione ricca e calibrata. Lo stato di conservazione dei denti manifesta una scarsa igiene orale, cosa tipica del tempo, quando non erano in voga spazzolini e dentifrici. Tutti soffrivano di patologia agli arti inferiori e di artrosi alla colonna vertebrale, e questo fa pensare ad una vita faticosa che richiedeva sforzo fisico. Sul cranio di una donna sono state trovate le tracce di un tumore benigno di cui, forse, l'interessata non era a conoscenza. Nella stessa sepoltura sono venuti alla luce due orecchini di fattura bizantina, oltre a un ago per contenere i capelli. Altre novità sulla necropoli risalente al periodo compreso fra il sesto e il nono secolo potrebbero emergere da una seconda campagna di scavi prevista entro la fine dell'anno. M.B.

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