mercoledì 23 aprile 2008

Treviso. Italia Nostra va all'attacco di Fondazione Cassamarca

Treviso. Italia Nostra va all'attacco di Fondazione Cassamarca
Sebastiano Pozzobon
Il Treviso 5/10/2007

Italia Nostra, attraverso la voce del suo presidente trevigiano, Umberto Zandigiacomi, alza la voce sui "falsi restauri" e sui "pericoli di speculazione" negli interventi promossi dai privati, ma benedetti dal Comune. E addita ad esempio, nientemeno che i colossali investimenti di Fondazione Cassamarca lungo la riviera del Sile: dal Quartiere Latino, già esistente, al futuro intervento nel complesso di San Paolo. Italia Nostra entra così, non certo in punta di piedi, nella polemica recente tra Soprintendenza e Fondazione Cassamarca. Zandigiacomi, in un lungo intervento diffuso ieri, dopo aver criticato la mancata osservanza dei vincoli imposti dalla Soprintendenza cita ad esempio, negativo, i recenti interventi di Fondazione: «L'intervento di recupero del complesso di S.Leonardo è esemplare: nell'edificio più importante sottoposto a vincolo (il corpo verso il Sile) non è stata rispettata la regola prima del restauro: la reversibilità delle opere da eseguire. Il complesso era in origine destinato ad ospitare botteghe artigiane e alloggi per le giovani coppie e ora si trovano negozi non propriamente artigiani e alloggi superlussuo-si; si è giunti ad asportare le lapidi che riportavano i nomi dei benefattori eliminando il segno di ogni memoria del luogo». E Zandigiacomi ne ha anche per "l'invadenza" del ponte di Portoghesi: «Si può soltanto dire, parafrasando una antica barzelletta, che è il posto più bello da cui vedere l'ansa del Sile del ponte Dante e della riviera Garibaldi: è infatti l'unico posto da cui non si vede il ponte-passerella». E l'intervento annunciato nell'ex distretto militare sarebbe, per Italia Nostra, ancora più criticabile: «II recupero del complesso di S.Paolo è sottoposto a richieste che riteniamo errate: destinare 20mila metri cubi ad uso commerciale (pari a circa 6mila metri quadrati di negozi con 4.800 metri quadrati di parcheggi) comporta un ulteriore aggravio di traffico sul Put e nel centro storico; in opposizione totale all'intervento di alleggerimento del traffico cittadino che si vuole realizzare con il trasferimento di attività nel nuovo Appiani».
Scelte, quelle di togliere auto dal centro senza spogliarlo di servizi che, per Italia Nostra, avrebbero bisogno di strategie di ampio respiro, addirittura sovra-comunali: «Richieste di questa portata - chiude Zandigiacomi - non possono nascere da un singolo intervento ed essere risolte in un ambito ristretto. Altrimenti assumono il carattere della solita speculazione edilizia». Critiche pesanti che, naturalmente coinvolgono anche il Comune, non solo per la sua funzione di controllo sull'edilizia privata, ma anche come committente di interventi. Uno per tutti il restauro recente nel museo di Santa Caterina che mancherebbe di "rispetto perla storia e per l'arte": «Altrimenti come si potrebbe spiegare la distruzione dell'allestimento della mostra di Martini, nel chiostro grande di S.Caterina?».

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