mercoledì 23 aprile 2008

BASSO FELTRINO Comitato cava: «Siamo in tanti e non ci fermiamo»

BASSO FELTRINO Comitato cava: «Siamo in tanti e non ci fermiamo»
Fulvio Mondin
30 settembre 2007, IL GAZZETTINO

Soddisfatto il Col del Roro per il successo della serata dedicata alla temuta diffusione delle miniere svoltasi venerdì nella palestra di Alano

L’assessore provinciale Giuseppe Pison: «Il sito di Scalon è un biglietto da visita inaccettabile per tutto il Bellunese»

Basso Feltrino
Il comitato "Col del Roro" tira le somme all'indomani dell'affollata serata "Miniere: nessun dorma" organizzata allo scopo di rinfrescare idee e conoscenze in tema di escavazioni.

«L'incontro - spiegano i responsabili del comitato - è stato un chiaro segnale per far capire a tutti che non siamo andati in letargo. Per tenere alta la guardia abbiamo in cantiere altre cartucce che spareremo prossimamente allontanandoci da aspetti tecnici e politici per approfondire tematiche di tipo ambientalista e naturalistico».«Siamo oltremodo preoccupati dalle notizie che abbiamo appreso dalla partecipazione a incontri inerenti le nanopolveri che il cementificio - inceneritore di Pederobba pur nel rispetto delle normative vigenti immetterebbe in atmosfera inglobando nel cemento ceneri provenienti dalla combustione di copertoni e altri materiali. Stiamo dandoci da fare per allacciare ulteriori conoscenze che ci permettano di approfondire il delicato argomento per poi diffonderlo fra la gente. Abbiamo poi certezze che anche nell'area di San Lorenzo oltre l'abitato di Alano la situazione è in movimento».«Vogliamo tenere alta la guardia e far capire a politici, amministratori locali e a chi dice : "le cave si fanno lì e io posso stare tranquillo" che il pericolo è dietro l'angolo per cui dobbiamo vegliare per evitare che il basso feltrino divenga un polo minerario e chi pensava di essere tranquillo si possa trovare la cava nell'orto di casa».Durante l'incontro di venerdì moderato dal giornalista del Gazzettino, Sergio Zanellato, l'assessore provinciale Giuseppe Pison ha puntato il dito contro la miniera di Scalon che, situata all'ingresso della Provincia di Belluno, rappresenta «un biglietto da visita inaccettabile per la nostra Provincia per la quale la salvaguardia dell'ambiente è un elemento irrinunciabile».Pison, anticipando che le future cave del bellunese saranno costituite dai laghi, ha invitato la Regione a delegare alle Province la regolamentazione dell'attività di cava perché tali Enti la possano organizzare sulla base delle proprie necessità.Lo scrittore ambientalista Toio De Savorgnani ha criticato fortemente le leggi che stanno venendo avanti in tema di cave e miniere spiegando che «se le miniere della nostra Regione verranno assoggettate all'approvazione della Sovrintendenza del Veneto fatta da poche persone sovraccaricate da migliaia di progetti a testa all'anno che non hanno nemmeno il tempo di leggere, questi progetti andranno accantonati e, passati i 60 giorni, la formula del silenzio - assenso non permetterà di bloccare nulla».

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