martedì 22 aprile 2008

Il valore della guerra del sale per il dominio sul Polesine

Il Gazzettino, edizione Rovigo, 22 aprile 2008
Il valore della guerra del sale per il dominio sul Polesine
È asciutta la prosa di Federico Moro, precisa nella descrizione del fatto storico, ma al contempo incalzante, oltremodo sinuosa come quella di un romanzo. Dopo la lettura di un breve passo del suo saggio "Ercole e il leone. 1482 Ferrara e Venezia il duello sul Po", il pubblico si è trovato davanti a questa doppia anima dell'autore che per una strana casualità, ha lo stesso cognome, del resto molto diffuso nella Venezia d'allora e di oggi, del condottiero che nel 1482 ha risalito il Po al comando di una flotta di circa 400 imbarcazioni. «La storia deve essere avvincente come un romanzo», spiega Moro, un imperativo categorico il suo, al quale mai ha rinunciato nella stesura dei suoi saggi storici. «Alla base c'è uno studio attento delle fonti, c'è una ricerca storiografica precisa. Poi la narrazione deve divenire via via avvincente, deve catturare l'attenzione del lettore». L'autore spiega le motivazioni di questo saggio: la guerra del sale (1482-1484) è stata di grande peso strategico. La Repubblica di Venezia, secondo Moro, aveva come obiettivo il controllo della zona delle valli del fiume Po. Attraverso questo controllo territoriale avrebbe tenuto in pugno il Ducato di Milano. Dalla storia questa guerra è stata rilegata in ambito secondario, in realtà per la Repubblica di Venezia ha rappresentato un'occasione molto importante di espansione sulla terraferma. Questo fa capire il perché del dispiegamento di un numero ingente di truppe sia di terra (15mila uomini alla guida di Roberto di Sanseverino) sia fluviali (400 imbarcazioni sotto il comando di Damiano Moro). Il conflitto ha chiamato in causa tutti gli stati italiani, innescando il sottile meccanismo delle alleanze territoriali. I veneziani riescono a risalire il fiume e non solo hanno la meglio nel duello di Polesella, riescono addirittura a espugnare Ficarolo (maggio-giugno 1482). Le operazioni belliche si spostano in seguito in Lombardia, il Ferrarese rimane fino alla fine sotto la minaccia della Repubblica. Con la pace di Bagnolo (7 agosto 1484), Adria, Ariano, Melara, Castelnovo, Ficarolo e Castelguglielmo tornano sotto il dominio di Ercole I d'Este, mentre il Polesine rimane a Venezia. Le vicende storiche che si sono svolte in quegli anni nelle "terre d'acqua" del Polesine hanno richiamato un pubblico numeroso in sala Agostiniani lo scorso venerdì. L'iniziativa organizzata dall'amministrazione di Polesella sembra aver colto nel segno.

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