martedì 22 aprile 2008

VALBRENTA Mezzo secolo e quasi metà dell’acqua è sparita., Brenta dimagrito del 40\%

Il Gazzettino, 22 aprile 2008
VALBRENTA Mezzo secolo e quasi metà dell’acqua è sparita. L’assessore Pellizzon snocciola dati allarmanti per usi energetici
Brenta dimagrito del 40\%
Valbrenta

"In poco più di 50 anni l'acqua del Brenta è diminuita di oltre il 40\% - informa Giuseppe Pellizzon, assessore alla tutela delle acque della Comunità montana -. Credo che i dati presentati nella relazione del progetto per la richiesta di potenziamento, della derivazione d'acqua di località Collicello, non siano attendibili, in quanto si riferiscono al periodo che va dal 1983 al 1992 e non considerano la portata media del fiume attuale, quella del decennio 1997-2007".

Dal 1942 è attiva, a nord di Valstagna, una concessione sul Brenta che alimenta la centrale idroelettrica di San Gaetano, in funzione con due turbine che producono circa 40 milioni di kwh. L'attuale società proprietaria ha presentato alla Regione una richiesta di rinnovo della concessione della derivazione ad uso idroelettrico, con potenziamento dell'impianto e installazione di una terza turbina, che dovrebbe assicurare un'ulteriore produzione di 2 milioni di kwh, utilizzando una portata aggiuntiva di 5 mc/s. Favorevole alla produzione di energia, ma scettico sulla reale capacità del fiume di assicurare l'acqua necessaria ad alimentare il potenziamento dell'impianto, l'assessore snocciola una serie allarmante di dati. "Nel 1950 la portata media del Brenta, allo sbarramento di Mignano, era di 76 mc/s ed è progressivamente diminuita, tanto da raggiungere nel triennio 2005-2007 i 44 mc/s - spiega Pellizzon. - Se a questa togliamo la percentuale dovuta all'apporto dell'Oliero, l'attuale portata del Brenta in località Collicello, qualche chilometro a nord di Mignano, calcolando il deflusso minimo vitale previsto dal Piano di tutela delle acque, risulterebbe inferiore a quella richiesta per alimentare il nuovo impianto. Quindi il problema sta a monte. Ben venga un aumento di produzione di energia, se ci sono le condizioni ambientali per poterlo fare, ma, dati alla mano, manca la materia prima per realizzarla, cioè l'acqua nel Brenta".

Il responsabile tecnico dell'impianto ha assicurato la disponibilità della ditta ad adeguare il progetto alle normative vigenti, oltre a garantire il rilascio del minimo vitale di acqua. Inoltre, il terzo gruppo entrerebbe in funzione solo nei periodi in cui vi è acqua disponibile nel Brenta, riducendo il prelievo nei periodi critici.Il presidente dell'associazione Bacino Acque Fiume Brenta, Rolando Lubiam, dice: "Come imprenditore sostengo la produzione di fonti di energia alternativa. Tuttavia ritengo opportuno considerare che la Regione Veneto non ha ancora indicato il valore del minimo vitale di portata del fiume, mentre nella confinante provincia di Trento sono previsti parametri più elevati. Quindi bisogna ponderare attentamente l'influenza dell'entrata in funzione di una terza turbina sull'andamento delle acque del Brenta, considerato il più bel fiume d'Italia, con delle zone Sic, siti d'importanza comunitaria sia a nord, che a sud, una risorsa da sfruttare per fini turistici, con notevoli attività legate all'ambiente fluviale sorte negli ultimi anni".

Roberto Lazzarato

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